Tali contrasti si sarebbero poi acuiti, come evidenzia Cugini: "a causa dei giudizi offensivi con i quali Soru continua a parlare dei partiti, della politica e dei dirigenti delle forze autonomistiche, rischia di far diventare più difficili i rapporti con la coalizione."
I DS sono divisi indipendentemente dall'esistenza o dall'inesisitenza di Soru.
Se a livello nazionale questo contrasto è vistoso (la "fazione" D'Alema-Fassino vs la "fazione" Berlinguer) in Sardegna tale contrasto acquisisce determinazioni inaudite.
Le scelte della classe dirigente dei DS, in questi ultimi anni, sono state tutte discutibili, come discutibili sono state le espulsioni (spacciate per iniziative personali) di alcuni validi esponenti: primo fra tutti Pier Sandro Scano.
Tali scelte hanno determinato malumori e rancori che, puntualmente, riemergono nelle situazioni cruciali.
Tentare quindi di giustificare la propria incapacità politica attribuendola a personaggi e cause esterne è tentativo destinato a fallire in partenza.
Esistono poi ragioni politiche ben più profonde che chiariscono ulteriormente il corso degli eventi: penso una di esse si possa individuare nello scontro ideologico tra chi, in seno ai Ds, tenta un avvicinamento alle istanze dei movimenti (e, sembrerà antinomico: in Sardegna questi ultimi sostengono Soru) e chi invece sceglie la vecchia strada della partitocrazia, della poltrona, del compromesso.

NB: Chi scrive ha fatto parte per tre anni della Sinistra Giovanile Sarda, è stato anche il responsabile di un'associazione universitaria (fui cacciato via poichè reputato "fascista"...è molto strano che un fascista che scrive un sito possa avere il tipo di referrers che ha attivista) quindi chi scrive ha parlato cun una certa cognizione degli eventi e dei personaggi.