10 Aprile «Coloro che speravano che la guerra fosse lunga per poter dare corso al loro livore antiamericano sono serviti». Così afferma La Russa, segnalato dall'Unità.
Queste parole esprimono il leitmotiv sul quale oggi una determinata parte della destra, nella quale, a livello giornalistico, si include Libero di Feltri e il Giornale di Belpietro, si adagia.
La guerra in Iraq sembra agli sgoccioli: questo determinerebbe una "vittoria" politica di Bush. E' inutile tentare di negarlo.
Se tale vittoria è il "prezzo morale" di una sola vita umana in più risparmiata non credo che esista un solo pacifista che non sia disposto a rimangiarsi tutte le sue affermazioni: il fatto è che tale "banchetto" non avrà luogo, o almeno, non tutti parteciperanno.
Anche se è altrettanto innegabile quanto una consistente parte dell'opinione pubblica occidentale, la parte meno cosciente e, purtroppo, anche la più consistente, senza dubbio verrà ridimensionata. Ho già espresso il mio punto di vista qualche giorno fa: gli Stati Uniti riacquisteranno la loro "verginità", riusciranno a passare per "salvatori" dell'Iraq, per "alfieri" della pace.
Tutto questo è possibile anzitutto perchè l'informazione, tutte le notizie, tutte le immagini, vengono "filtrate" prima che passino all'esterno nonchè, è lapalissiano, perchè si si porterà avanti, come già accade, una martellante battaglia propagandistica all'insegna del più becero patriottismo da telefilm americano.
Perciò, mentre tanti si trastullano nel praticarsi l'un l'altro la fellatio, analizziamo la situazione.
Un'azione ILLEGALE non diviene legale soltanto perchè di breve durata: la scelta degli Stati Uniti e dell'Inghilterra ha disastrosamente inficiato l'autorità delle Nazioni Unite, o, se si vuole, ne ha mostrato i limiti.
La "ricostruzione" dell'Iraq, così la chiamano, NON CAMBIERA' LO STATO DI MISERIA DEL POPOLO IRACHENO.
Arriva il capitalismo occidentale, il quale non è affatto caratterizzato dalla filantropia.
L'Iraq farà la fine della Russia: un oligarchia capitalistica lo terrà in pugno: oligarchia statunitense, che, al pari di Saddam, e semplicemente con una "parvenza" di "democrazia", esproprierà il popolo Iracheno delle sue risorse petrolifere, lo ridurrà a bevitore di coca cola e a fruitore di soap operas.
Per concludere: cosa abbiamo visto ieri?
Abbiamo visto qualche centianio di persone buttare giù una statua di Saddam.
Dove è accaduto questo?
A poche centinaia di metri dall'Hotel Palestine, dove tutti i giornalisti occidentali sono stipati: in una zona quindi già sufficientemente controllata dall'esercito Anglo-Americano. (Controllata così bene che 2 giornalisti sono stati fatti fuori)
La guerra continua e chiederà in pegno ulteriore sangue innocente.
* Il prezzo della vittoria di Bush L'America esulta per le avanzate. Baghdad è sotto assedio. Ma è adesso che la tragedia umanitaria rischia di assumere dimensioni spaventose
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L'impostura che trasforma un serial killer in un eroe solo in virtù del fatto che è stato veloce.