Il rituale come epifania del rito - 2012 03
Giamblico, un filosofo neoplatonico della scuola siriana, vissuto nel primo cinquantennio del quarto secolo dell'era volgare, aveva delle idee molto precise a proposito del rito e del rituale.
Giamblico, un filosofo neoplatonico della scuola siriana, vissuto nel primo cinquantennio del quarto secolo dell'era volgare, aveva delle idee molto precise a proposito del rito e del rituale.
Nel greco ellenistico - alessandrino la parola "airesis" significava scelta, opzione o inclinazione a proposito dell'interpretazione che poteva essere data a una teoria filosofica.
Omero nel canto XI dellOdissea pone in bocca allombra delleroe Achille queste parole: Non lodarmi la Morte, splendido Odisseo, vorrei essere bifolco, servire un padrone che non avesse ricchezze piuttosto che dominare sulle ombre consunte.
Se io non sono per gli Altri, chi sono io! Questa frase può servirci come punto di partenza per sviluppare l'argomento che ci è stato proposto. Il rabbino che la coniò, era una grande talmudista e l'abbinava sempre all'altra che ne costituisce il completamento: "Se Io non sono per me, chi è per Me; se io non sono per gli Altri, chi sono io".
Sergio Romano, sul Corriere della Sera, sostiene che: "Molti di quelli contrari alla guerra, forse cederanno al malinconico piacere di proclamare: "L'avevamo detto".
La buon'anima di Socrate sapeva che dietro le verità del senso comune poteva nascondersi l'accettazione passiva delle mistificazioni (il più delle volte inconsapevoli) funzionali alla conservazione di ben precisi rapporti di potere.
Su periodici, giornali e riviste è all’ordine del giorno l’argomento scuola.
Sostiene Franco Cardini che: "Le previsioni relative al conflitto tra le culture si dominano approfondendo la consapevolezza della complementarità profonda tra le stesse".
Nella pagina che precede il frontespizio del primo volume dell' "Encyclopèdie", c'è una rappresentazione della Verità, che rende esplicito lo spirito dell'Illuminismo di cui quest'opera è il "manifesto" più significativo.
Nel 416 A.C. gli abitanti dell'isola di Melo avevano rifiutato l'adesione alla Confederazione ateniese, la città - patria della prima forma di tutte le democrazie- vedeva così messa in pericolo la sua egemonia. La disubbidienza dell'isola di Melo poteva essere la prima di tante altre defezioni che avrebbero messo in crisi l'intera Confederazione, e questo era molto più 'grave'.
Lamentosi, bisbetici e sempre intenti a lodare il tempo che fu, gente forte solo nelle chiacchiere riguardanti gli anni passati” così noi non vogliamo essere anche perché per il mestiere che esercitiamo non possiamo certo praticare l’arte del menagramo, infatti tutti i santi giorni che Dio manda in Terra siamo a stretto contatto con i giovani e con le loro speranze.
Durante il viaggio che mi portava nella terra dell’amico fraterno Suleyman Karim, mi scorrevano in mente i dati e le considerazioni presenti in un’intervista rilasciata al quotidiano “Avvenire” da Amir Taheri.
Il mese scorso nel delineare l’opera e la figura di Marsilio Ficino abbiamo accennato brevemente all’Accademia Fiorentina ed a quel grande politico ed organizzatore di talenti che fu Cosimo I dei Medici.
Tra la fine del 300 e l 'inizio del 400 nella Repubblica Fiorentina, l'egemonia politica era saldamente in mano ai grandi imprenditori della lana, della seta ed ai nobili di tradizione guelfa.