Equalism: Aspetti speculativi generali
Dissertazione sulla visione dell'etica, della morale e dei sistemi giuridici come concepiti dalla diffusa forza intellettuale scaturita dalla nascita dello strumento Internet.
Preambolo
Equalism è il capovolgere la concezione e la determinazione delle leggi.
La legge è stata intesa, lungo il corso della storia occidentale, come un adeguarsi dell'individuo a ciò che costituisce "altro".
L'individuo si adegua alle leggi della società e necessariamente le rispetta (il diritto civile), l'individuo o la società stessa si adeguano all'ordine della natura (il diritto naturale)
La legge è stata intesa quindi come "dovere", "imposizione", "necessità", ne il soggetto ne la comunità sono implicati e coinvolti nella sua stesura.
Non è casuale quanto spesso si sia scomodato Dio per giustificarla, non è casuale quanto la legge sia stata spesso "ordine di Dio all'uomo", "volere di Dio".
La legge è stata poi sempre intesa come "divieto", all'infrazione del quale segue la pena.
In virtù di tutto questo i popoli hanno sempre visto con occhio sospettoso sia le leggi sia la loro applicazione: la stessa parola "giustizia" individua, nel parlare comune e popolare, il suo preciso opposto: l'abuso e l'arbitrio.
Mosè sul Sinai è l'emblema di tutto questo: egli riceve la legge lontano dal suo popolo, il popolo lo attende a valle,  non è implicato nella "rivelazione" della legge stessa.
Non solo: la prima manifestazione di Mosè, ridisceso tra la sua gente, è una manifestazione di violenza, di ira, di "repressione": il popolo ha osato scolpirsi un vitello d'oro, ha osato l'autoderminazione, la libertà.
Ora si cambia quindi prospettiva, e questo cambiamento è radicale.
La legge è l'espressione e la manifestazione di un'ambizione collettiva e coralmente deve essere determinata poiché essa è la trasposizione e la canonizzazione di un sistema etico e ogni sistema etico non è che la descrizione delle modalità tramite le quali gli individui si relazionano all'interno di una comunità.
Definire l'etica come descrizione di modalità di relazione tra gli individui significa distinguere tra ciò che è l'ambito pubblico delle azioni degli individui e ciò che è invece l'ambito privato.
Equalism è perciò distinzione tra ciò che è "etica" e ciò che è "morale".
Definire un sistema legislativo come la trasposizione e canonizzazione di un sistema etico (come qui definito) significa distruggere la concezione della legge come "divieto e prescrizione".

I sistemi etici e i sistemi giuridici

Definizioni:
* Etica
L'etica è la determinazione e lo studio dei sistemi etici: l'etica, in senso generale, è l'ambito delle relazioni tra ciò che "io" e ciò che è "altro".
Ogni azione del soggetto che implichi un coinvolgimento di un'altro individuo deve essere ricondotto all'ambito dell'etica.
Tutto ciò che non costituisce relazione non è riconducibile all'etica.
Ergo: l'etica è lo studio delle modalità di relazione che si instaurano tra gli individui.

(nota) Il rapporto io-altro non si esaurisce nel rapporto tra individui, così l'etica, in senso generale non concerne il lecito o l'illecito esclusivamente tra esseri umani, concerne bensì (e Jonas è stato in questo più che eloquente) il lecito e l'illecito anche per ciò che riguarda i rapporti tra uomo e mondo. (Jonas non ha ovviamente parlato di lecito e di illecito)
Però: tanto l'etica quanto la morale, per il semplice fatto che la prima si occupa di relazioni tra individui e la seconda (anche) di opinioni di individui, non possono che essere risolte in seno al primo aspetto: in entrambi i casi  è infatti banalmente implicata una coscienza e una intenzione,  un soggetto pensante.

* Morale
La morale è l'analisi e lo studio dei precetti morali.
In senso generale la morale è l'ambito delle scelte e dei gusti personali, è l'ambito dei rapporti tra "io e io".
Ogni azione del soggetto che non implichi un coinvolgimento di un'altro individuo deve essere ricondotto all'ambito della morale.

* Sistema etico
Definisco con "sistema etico", un sistema di concettualizzazioni capace di individuare le modalità di relazione, intese secondo il criterio della liceità, che si instaurano tra due o più individui.(comunità)
Un sistema etico è l' analisi delle relazioni tra individui per come si manifestano concepite dal punto di vista del lecito e dell'illecito.

* Precetto morale
Un precetto morale è la convinzione e l'opinione del singolo sulle modalità di relazione tra gli individui o sulle sue azioni.
Un precetto morale è quindi una concettualizzazione capace di individuare e descrivere la convinzione l'opinione del singolo riguardo ciò che si individua e si descrive  attraverso il criterio della liceità.

* Criterio della liceità
Definisco con "criterio della liceità" il metro, il parametro attraverso il quale si descrive una relazione a livello etico.
L'idea di lecito e di illecito è ciò che costituisce il problema etico: ovvero il problema dell'io in relazione all'altro.
Il criterio della liceità è da intendere totalmente privo  giudizi di valore: buono, cattivo, bene, male, giusto e ingiusto. (1)
Posso descrivere una relazione secondo diversi criteri, ad esempio fisico o chimico (e mi occuperò di fisica o di chimica), se però intendo occuparmi di tale relazione a livello etico dovrò vedere la relazione stessa secondo un parametro opportuno: appunto il criterio della liceità.
Il criterio della liceità è chiedersi: cos'è oggettivamente lecito o illecito in una determinata relazione tra individui? (comunità)
In che maniera hanno luogo tali relazioni? Quali sono le modalità di relazione in un determinato gruppo di individui?
Una relazione (di qualsiasi natura: sia essa economica, politica, affettiva) può avere luogo tra due o più individui.
L'instaurarsi di una relazione tra individui è il determinarsi di ciò che è lecito nella relazione stessa, questo "lecito" è la comunità che gli individui relazionandosi costituiscono.
Lecito e comunità sono la stessa cosa: una comunità è tale perché i soggetti che la compongono si relazionano secondo determinati parametri, tale relazionarsi è la comunità stessa.
Un insieme è tale perché esiste una caratteristica che accomuna gli oggetti dell'insieme stesso: alla stessa stregua una comunità è un insieme di individui la caratteristica del quale sono le modalità di relazione tra gli stessi, queste modalità, in virtù della loro stessa esistenza, in virtù del loro stesso manifestarsi, sono il lecito.
Una comunità è quindi una "relazione etica",  tale relazione può essere descritta da un sistema di concettualizzazioni: questo sistema di concettualizzazioni, sviluppato in un sistema di asserzioni è un appunto un sistema etico.
Un sistema etico individua quindi una comunità, ogni comunità è tale perché ad essa è riferibile un sistema etico.
Un sistema etico può avere ovviamente diverse e molteplici variabili: un sistema etico è tanto più complesso quanto più sono le variabili che contempla, ovvero un sistema etico è complesso in maniera direttamente proporzionale alla complessità della comunità al quale è riferibile.(2)

(1) I giudizi di valore non concernono l'etica non soltanto perché sono "soggettivi"; i giudizi di valore non riguardano l'etica perché non sono azioni: tutto ciò che non costituisce azione non può costituire relazione, quindi non è riconducibile all'etica.

(2) Un sistema etico, in quanto sistema di concettualizzazioni espresso in un sistema di asserzioni, deve essere riconducibile, descrivibile da un sistema logico.
Ogni sistema logico, in quanto sistema inferenziale, è limitato.
Un'inferenza indecidibile (equivoca o contraddittoria) individua il limite del sistema logico: un sistema etico incappa in una contraddizione quando nelle sue inferenze determina componenti "morali". (Poiché un'inferenza indecidibile non può che implicare l'opinione degli individui sulla stessa)

Assiomi

1) Isomorfismo etica-diritto.
Un sistema legislativo è la trasposizione di un sistema etico.
Se l'etica è descrizione di modalità di relazione la legge è indubbiamente canonizzazione di modalità di relazione: ne deriva che un sistema legislativo è la trasposizione di un sistema etico.


2) Assioma dell'intenzionalità.
Se una comunità è tale perché costituita da determinate relazioni tra individui (descrivibili da un sistema etico) ne deriva immediatamente che ogniqualvolta un individuo non scelga di partecipare a tali relazioni, ovvero si autoescluda dalle relazioni stesse, per definizione l'individuo stesso non appartiene a tale comunità.
Nell'eventualità che l'individuo vengo forzato la comunità stessa cessa di essere tale; relazione e coercizione sono simmetricamente opposti.
Ne deriva immediatamente che un'azione è etica se l'individuo ne ha coscienza e intenzione, l'azione etica è quindi l'esito di una scelta.


Nota: 
Forzare un individuo nel partecipare a una relazione, forzare quindi un individuo al far parte di una comunità significa distruggere la comunità stessa.
Un buon modo per costituire comunità "arbitrarie" è fare in modo che gli individui non sentano il bisogno di effettuare una scelta: l'ignoranza, l'oscurantismo, la censura il dogmatismo, i catechismi, hanno questa funzione inibitoria; inibire la possibilità che tutti gli individui compiano una scelta, inibire quindi la possibilità che tutti gli individui partecipino alla regolamentazione della comunità stessa o che possano avere coscienza dell'eventuale inadeguatezza delle regolamentazioni stesse.
(Non è casuale, ad esempio, che molte "comunità arbitrarie" si "impadroniscano" dell'individuo proprio quando l'individuo stesso non può compiere nessuna scelta: ovvero nello stesso momento, o quasi, del suo venire al mondo.
E non è casuale che neanche questo tipo di comunità esiga che l'individuo ribadisca tale appartenenza durante l'arco dell'adolescenza, ovvero quando ancora non può scegliere in maniera opportuna e completa)
Esse sono ben conscie del fatto che il concepirsi dell'individuo come membro di una comunità è il concepire o l'intuire da parte dell'individuo le regole che la determinano (il lecito: costituzione di una comunità) nonché la possibilità di non rispettarle. (l'autoesclusione dell'individuo dalla comunità)
Il semplice non rispettare le regole di una comunità da parte di un individuo non è l'illecito: è appunto l'autoesclusione dell'individuo dalla comunità e in quanto tale "lecita".
(E infatti illecita ogni azione dell'individuo che rende impossibile o inficia il relazionarsi di altri individui. vedi la seconda proposizione)


Proposizioni
1) Un sistema legislativo, nel suo determinarsi generale, non può essere prescrittivo, non può essere "divieto".
Questo deriva immediatamente  dalla definizione dell'etica e dall'assioma dell'isomorfismo etica-diritto.
La legge non può imporre modalità di relazione proprio come le "scienze empiriche"  non possono imporre agli eventi di comportarsi in un modo o nell'altro.


2) Un sistema legislativo può essere prescrittivo solo nel suo determinarsi particolare e solo nei confronti delle azioni che impediscono il relazionarsi tra individui e comunità.
Questo deriva immediatamente dall'assioma dell'intenzionalità.

3) Un sistema legislativo non può possedere componenti "morali".
Questo deriva immediatamente dall'assioma dell'isomorfismo e dalla definizione di etica.
E' "componente morale" ogni pretesa di rendere una massima privata, ovvero un precetto morale, regola pubblica.
Il "divieto" scaturisce dalla confusione tra ciò che è etico e ciò che è morale: una massima privata non può assolutamente essere il fondamento di una "legislazione universale" (come invece pretese Kant)


4) Gli individui devono potersi assicurare che le loro modalità di relazione siano contemplate dai sistemi legislativi e che i sistemi legislativi le tutelino e non le impediscano.
Questo deriva dall'assioma dell'isomorfismo
Se un sistema legislativo è la trasposizione di un sistema etico e un sistema etico è descrizione di modalità di relazione tra individui ne deriva che gli individui devono essere implicati nella stesura dei sistemi legislativi. (Democrazia assembleare)

5) Un singolo individuo non può legiferare per la comunità.
Questo deriva chiaramente dalla stessa definizione di etica e dall'assioma dell'isomorfismo.

6) Una comunità di individui non può legiferare per un'altra comunità di individui.
Una comunità non può estendere le proprie modalità di relazione ad un'altra comunità poiché entrambe sono costituite da loro proprie modalità di relazione.
Estendere queste modalità significa distruggere una delle due comunità per includerla nell'altra: questo potrebbe cozzare con la scelta degli individui che le compongono (assioma dell'intenzionalità)

Conclusioni

Tutte le legislazioni attuali sono sature di componenti morali: la validità e l'affidabilità di una legge può essere valutata anche considerando la presenza o l'assenza di componenti morali, più ne contemplerà meno sarà valida.
Appare così chiaro che la validità e l'affidabilità del parlamento di una nazione, che della legge è oggi l'artefice formale, sarà direttamente proporzionale alla "quantità" di leggi "etiche" che riuscirà a promulgare.
Il parlamento è però caratterizzato da una intrascendibile ineticità di fondo: la sua idea è sottesa dal principio che una parte ristretta della società, una comunità, possa essere artefice e garante di una regolamentazione equa di tutta la società.
Come si è visto questo è impossibile quasi per definizione.
Una società è equa solo se ogni individuo può assicurarsi che le sue modalità di relazione siano contemplate e tutelate dai sistemi legislativi: la democrazia rappresentativa può superare questa ineticità sviluppandosi nella democrazia assembleare.

Se un sistema giuridico (trasposizione di un sistema etico) è "inaffidabile" in maniera direttamente proporzionale alla quantità di componenti morali che esso contempla dovrebbe apparire immediatamente chiaro quanto, per converso, ogni morale  "satura" di determinazioni etiche comporti una auto-privazione della libertà e dell'autodeterminazione dell'individuo.
Come non è concepibile che una massima privata possa essere il fondamento di una legislazione (Kant) non è altrettanto concepibile che una regola generale abusi della libertà dell'individuo.
Il "costume" e le modalità tramite le quali il "consentium gentium" viene costituito ha questa funzione.
Rientrano nell'ambito del costume le religioni e i catechismi tanto nella loro indiscutibile funzione prescrittiva quanto nella loro funzione di inibizione della scelta.
Il costume quindi non è soltanto "moda", "abitudine", il costume è da un lato lo "svilirsi" dell'etica a moralità, dall'altro l'assurgere della moralità allo status di etica

Note a margine
* Il principio di effettività di Bobbio.
* Concettualizzazione-Asserzione-Segno
* Jonas e il dovere nei confronti delle generazioni future